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Da un atto di amore a un vero e proprio atto di accusa

La pubblicazione della cover de “La Mia Storia tra le Dita” di Laura Pausini ha scatenato un terremoto nel mondo musicale italiano, dividendo fan e critica in una battaglia senza esclusioni di colpi che va ben oltre le semplici divergenze artistiche. Il brano, originariamente interpretato da Gianluca Grignani, è finito al centro di discussioni che toccano temi profondi come l’integrità dell’opera originale e la libertà di reinterpretazione.

Le modifiche apportate al testo nella versione della Pausini, soltanto di alcune parole, hanno completamente modificato il significato e il valore dell’opera originale tale da aver spiazzato anche il più disattento ascoltatore. Il giornalista Paolo Talanca dopo aver definito l’operazione della Pausini “artisticamente uno strazio” ha accusato senza mezzi termini la cantante per non aver rispettato minimamente il testo dell’opera originale https://www.facebook.com/share/p/1JQRXDejeZ/?mibextid=wwXIfr. Come Talanca anche molti osservatori e gente comune hanno osservato e scritto ovunque che i cambiamenti apportati al testo dalla versione della Pausini hanno completamente capovolto il significato e la narrazione che gli autori Gianluca Grignani e Massimo Luca avevano impresso su “La Mia Storia tra le Dita”. Mentre il testo originale rappresenta una confessione intima di fragilità maschile e una supplica elegante e disperata di un uomo che, di fronte all’abbandono della sua donna, si mostra nella sua vulnerabilità più profonda, trasformando questa debolezza in una dichiarazione d’amore senza speranza di far cambiare idea a lei; la versione di Pausini, invece, trasforma questa confessione in una lamentela vendicativa di una donna abbandonata che non rinuncia a rimproverare l’ex compagno, nemmeno nel momento del distacco. Lei con il dito puntato trasforma così una confessione in prima persona in un’accusa in seconda persona urlando a lui: “Ed è per questo che ti vedofare il duro, In mezzo al mondo per sentirtipiù sicuro, E se davvero non vuoi dirmi che hai sbagliato, Ricorda a volte un uomo va anche perdonato”. Insomma da un atto di amore a un vero e proprio atto di accusa!

Anche Stefano Senardi Presidente della Poligram Italia all’epoca della pubblicazione de “La Mia Storia tra le Dita” è intervenuto dichiarando “Aldilà del fatto che sia un delitto cambiare versione, soprattutto le intenzioni originali di una canzone, penso che anche gli editori attuali non avrebbero dovuto permetterlo soprattutto se non ci fosse stata l’autorizzazione dell’autore, oltre a quello che dicono i contratti, per una questione di correttezza. E poi ancora soprattutto per rispetto nei confronti dell’artista e degli autori originali. Sempre e comunque”. E qui pare che l’autorizzazione degli autori non ci sia proprio stata.

La controversia comunque solleva questioni fondamentali sul confine tra reinterpretazione creativa e stravolgimento o modificazione di un’opera originale. La prima è lecita, la seconda no.

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