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Parla Sandro Puddu (Acetone): fare il dj è prima di tutto passione

Abbiamo incontrato Sandro Puddu, dj producer sardo in forte crescita come tutti gli artisti legati ad Acetone.

Ci racconti una tua release su Acetone a cui sei particolarmente legato?

Senz’altro sono molto legato a ‘Simply the Best’ di Tina Turner. Produrre questo brano è stato come renderle omaggio. La sua scomparsa, tra l’altro, è avvenuta proprio nel periodo in cui ho prodotto questa traccia. Penso che Tina sia stata una delle leggende più influenti del rock. Con questa traccia sono stato in classifica su Beatport per ben sei mesi, e ancora oggi ricevo feedback molto positivi da chi mi segue e mi supporta

Che ci racconti su Acetone, Sandro Puddu? Il progetto è senz’altro in crescita a livello internazionale…

Acetone per me è stata fin da subito un eccellente trampolino di lancio. La conoscenza con Maurizio Nari e il dialogo tra noi è qualcosa di grandioso; siamo molto affiatati nel confrontarci. La sua umiltà ti permette di esporti anche oltre il mondo della produzione. Ho vissuto per ben 23 anni in Romagna, che, tra l’altro, adoro come regione e per la gente. Non nascondo la grande voglia di ritornarci. Per quanto riguarda la crescita dell’etichetta, è tutto abbastanza visibile. Penso che il nostro team abbia una solidità molto forte, sia a livello italiano sia internazionale.

Come vedi la scena musicale elettronica internazionale? E quella dei locali? Secondo i dati riportati da un recente studio di IMS Ibiza l’isola è in forte crescita (76% in più rispetto al 2019), il settore nel complesso pure (+ 44%)

È una domanda un po’ particolare. Da noi in Sardegna sta diventando un po’ faticoso, lavorare nel settore. C’è una grande confusione tra i tanti stili musicali. Molti sono gli improvvisati, ma a mio avviso ci devono essere anche loro; comunque devono provarci. Qui la musica, in gran parte, e lo dico con tutto rispetto verso chi la fa, è la dance anni ’90. Quindi la possibilità di far conoscere ciò che produci e suoni è davvero ridotta, se fai il produttore.. Da poco siamo stati a Miami e ho visto la differenza con ciò che succede all’estero.. Certo ci sono club che ancora propongono ottima musica anche in Italia, ma sono pochi.

Quali saranno secondo te le tendenze musicali dell’estate?

Osservo una crescita esponenziale della tech house in America. Si avvertono anche poche nuove idee, ma si cerca di trovare spazio e di dare il meglio a livello di produzione musicale. Come facciamo noi su Acetone.

Come vedi la figura del dj in questo periodo? E’ un momento positivo per la dance oppure no?

Credo che siano molti quelli che si affacciano al mondo del DJ, ma con grande rammarico voglio dire che non basta una semplice console; in primis bisogna avere una buona cultura musicale e fare tantissima gavetta. Non è semplice come percorso: ci sono tante cose da vedere e capire pure cosa cerca il pubblico. Per quanto riguarda la musica dance, il futuro potrebbe però essere roseo. Quasi tutte le radio suonano della buona musica e, se un DJ rimane attento nel seguirla, potrebbe essere un buon punto di inizio. Come si dice, “Impara l’arte e mettila da parte”.

Sandro Puddu, perché hai iniziato a fare il dj e perché ancora oggi continui?

Ho iniziato a fare il DJ molto presto, seguendo degli amici tramite radio e altre piccole esperienze. La mia non è stata una strada facile. Ad un certo punto della mia carriera ho deciso di voltare pagina e prendere un percorso solitario, credendo in me stesso. Con un po’ di fortuna e grande dedizione sono arrivato a un punto dove posso dire di essere soddisfatto del mio lavoro. Continuo a fare questo mestiere per una passione fortissima. Mi sto togliendo qualche sassolino dalla scarpa e anche l’aspetto economico, anche se non esagerato, dà le sue grandi soddisfazioni. Comunque, in qualche modo, devi autofinanziarti per sostenere le spese che uno studio da producer comporta per tenerti aggiornato con le nuove tecnologie.

Cos’è per la musica per te in questo momento della tua vita?

La musica per me è tutto: quando viaggio, quando lavoro, quando vivo momenti d’amore, etc. Il mio corpo avverte l’esigenza, anche psicologica, di lasciarsi guidare dalle melodie. In questo periodo sono sbocciate tante cose, cose che neanche io stesso credevo esistessero o potessero nascere. È un percorso affascinante e continuerà ad esserlo. Io, perlomeno, mi lascio ancora trascinare e voglio vivere tante emozioni e scoprire nuove realtà.

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