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Lumache, nel riminese è cominciato il rito dell’accoppiamento

Tra le prime colline riminesi, nell’allevamento di 10mila metri quadrati dell’azienda elicicola Demetra, è cominciato il rito stagionale dell’accoppiamento. Nel più grande allevamento di lumache dell’Emilia Romagna, per la prima volta, sono stati introdotti 62.500 esemplari autoctoni. Si tratta infatti della prima generazione di riproduttori Helix Aspersa Muller nati a Rimini. 

Ogni chiocciola ha circa un anno e mezzo d’età, dunque è nel pieno della sua maturità sessuale. Depositeranno circa 100 uova ognuna per un totale di oltre 6 milioni di uova. Se ne schiuderanno almeno tre milioni e di queste chiocciole ne arriveranno alla maturità oltre un milione. Il rapporto è dunque di circa 15-20 neonate per ogni “riproduttrice”. 

Le chiocciole – secondo il “metodo elicicolo romagnolo” – sono state suddivise in quattro recinti ricavati in 4200 metri quadrati (l’altra metà del terreno servirà per il ciclo d’accoppiamento autunnale). Per ottenere una bava di qualità eccellente, oltre ad un clima temperato, è infatti molto importante garantire ad ogni esemplare un determinato spazio vitale. Per questo, per ogni metro quadrato, sono stati inseriti un massimo di 20 esemplari.

Come noto, la stragrande maggioranza delle specie di lumache sono ermafroditi, dunque dotati sia di genitali maschili che femminili. Pertanto, entrambi gli esemplari saranno in grado di schiudere e deporre le proprie uova. 

Il rito dell’accoppiamento avviene prevalentemente nelle ore notturne dopodiché le lumache coveranno le loro uova per due o tre settimane fino al giorno della schiusa. La prima cosa di cui si nutrirà il giovane mollusco, non appena uscito dal guscio, sarà la membrana del guscio stesso che contiene tutte le proteine e i minerali di cui ha bisogno. Poi, dopo cinque giorni – perfettamente già formato – lascerà il nido.

Ricordiamo che il sistema di allevamento riminese è rigorosamente impostato sull’elicicoltura ‘a ciclo naturale’ biologica, un metodo d’allevamento no-stress e cruelty-free studiato per il benessere della lumaca che viene alimentata con ortaggi annuali (bietola biologica e ravizzone) coltivati direttamente nel suo habitat senza l’utilizzo di agenti chimici né pesticidi. 

Tutta la bava di lumaca, estratta a mano e dunque senza macchinari sollecitanti invasivi, sarà utilizzata per uso cosmetico e – grazie alle sue proprietà irreplicabili in laboratorio – entrerà nella beauty routine di migliaia di persone.

La bava, infatti – ricca di acido glicolico, acido lattico, collagene, elastina e allantoina, oltre a vitamine e minerali – costituirà l’84% del principio attivo di prodotti specifici per il viso potenziati con aloe, burro di karitè, acido ialuronico, centella e vitamina E. 

“Le condizioni climatiche sembrano eccellenti – spiega Daniele Bartocci, il creatore del “metodo elicicolo romagnolo” – pertanto, ci sono tutti i presupposti per produrre una bava di lumaca eccellente”. 

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