“Thieving Days (Giorni di Furto)” è il nuovo cortometraggio indipendente scritto e diretto da Clara Ferri, sceneggiatrice e regista cesenate, che ha scelto di condividere con il pubblico un sogno nato tra la Romagna e le persone che l’hanno cresciuta.
Il film entrerà in produzione a gennaio 2026, con riprese tra le colline romagnole e i luoghi dell’infanzia dell’autrice: una lavorazione che mette in dialogo una troupe con base anche a New York e in Francia e una comunità locale chiamata a partecipare davanti e dietro la macchina da presa, valorizzando volti, dialetti e mestieri del posto.
Il progetto arriva al termine di un percorso già ricco di esperienze sul campo. Clara Ferri ha lavorato su set indipendenti in Italia passando da reparti molto diversi tra loro, dalla macchina da presa all’elettricismo e al macchinismo, imparando il cinema come mestiere collettivo prima ancora che come firma autoriale.
Un passaggio importante della sua formazione è stato l’incontro con il direttore della fotografia irlandese Seamus McGarvey, BSC, che è diventato suo mentore e che Ferri ha affiancato sul set di “Mussolini – Figlio del Secolo” (Joe Wright, 2025). Dopo una laurea triennale in Film Studies and Production conseguita tra Belfast, in Irlanda del Nord, e Kingston, in Canada, sta attualmente frequentando il Master of Fine Arts alla New York University – Tisch School of the Arts.
Il Graduate Film Program dell’NYU è considerato tra i più prestigiosi e selettivi: ammette soltanto 36 studenti all’anno su circa 1000 candidature, e Clara lo frequenta grazie a una borsa di studio. All’interno di quel programma i film prodotti arrivano spesso in festival internazionali di rilievo come Venezia, Cannes, Locarno, Berlino, Sundance e Tribeca, e Ferri, coerentemente con un percorso basato soprattutto sulla pratica, continua a lavorare in troupe su quanti più progetti possibile, dentro e fuori l’ambiente accademico, per apprendere il mestiere da prospettive e ruoli differenti.
“Thieving Days” si inserisce perfettamente nella sua ricerca: raccontare storie che fondono mondi e realtà diverse, sperimentare con il linguaggio cinematografico e costruire film guidati dai personaggi, incentrati sulla connessione e sulla sua assenza, sull’alienazione e sulla coscienza individuale. Tra i temi che la affascinano c’è anche lo spazio che la fede religiosa occupa nel mondo contemporaneo, e nel corto questa tensione si traduce soprattutto in un racconto di distanza, di solitudine e di tentativi di contatto.
Ambientato all’inizio del Novecento, nel cuore dell’inverno, il film segue Elie, un cowboy francese affamato e solo che si ritrova in una terra sconosciuta. Dopo aver catturato una gallina, Elie non trova il coraggio di ucciderla con le proprie mani. Mentre un suonatore di fisarmonica canta le sue avventure come un bardo, il protagonista tenta di chiedere aiuto in un piccolo villaggio rurale dove nessuno parla la sua lingua, accompagnato soltanto dalla cavalla Foldelle. Tra incomprensioni, tentativi impacciati, silenzi e deviazioni, il viaggio assume toni sospesi tra ironia, fiaba e un tocco surreale, e proprio l’ostacolo della lingua diventa il modo più diretto per raccontare il bisogno di essere capiti.
Il cuore del progetto, però, è anche un atto d’amore verso il territorio: vicini di casa, amici di famiglia, contadini e musicisti prenderanno parte al film, portando sullo schermo volti ed esperienze reali. Il cast locale parlerà esclusivamente dialetto romagnolo, trasformando la distanza linguistica in un elemento narrativo centrale fatto di “connessioni mancate” e di gesti che sostituiscono le parole. La musica popolare è parte integrante della messa in scena grazie alla collaborazione con un duo padre-figlia che suona organetto e violino, mentre la scelta della pellicola 16mm – oggi sempre più rara – darà al film una texture materica capace di rendere paesaggi e persone più tangibili.
Per sostenere i costi di produzione è attiva una raccolta fondi su GoFundMe, piattaforma che consente di contribuire e seguire gli aggiornamenti del progetto. Le donazioni serviranno a coprire spese concrete: viaggi e trasporti di alcuni membri di cast e troupe da New York/Europa all’Italia, alloggi durante le riprese, cura e trasporto del cavallo, noleggio luci e attrezzature camera, acquisto e sviluppo della pellicola 16mm, oltre al catering per cast e troupe.
La produzione si concluderà a metà gennaio 2026; montaggio e post-produzione sono previsti in primavera, con l’obiettivo di presentare il film a festival nazionali e internazionali nella stagione successiva.
“Thieving Days” è un progetto di passione e non ha fini commerciali: ogni contributo raccolto sarà destinato interamente alla realizzazione del film. Oltre alla donazione, è preziosa anche la condivisione della campagna: ogni passaparola aiuta a trasformare un sogno nato in Romagna in immagini da festival, mantenendo vivo il legame tra territorio e cinema.
La campagna è disponibile su GoFundMe: https://www.gofundme.com/f/thieving-days

