L’Italia compie un importante passo avanti nella protezione dei diritti di proprietà, fisica e intellettuale, conquistando il 25° posto nel ranking globale dell’International Property Rights Index (IPRI) 2025, pubblicato dalla Property Rights Alliance (PRA). È la prima volta dopo anni di calo che il Paese registra un netto miglioramento, guadagnando 11 posizioni rispetto al 2024 e raggiungendo un punteggio complessivo di 6,952.
L’indice, redatto dall’economista Sary Levy Carciente, consulente economico del premio Nobel per la Pace Maria Corina Machado, è l’unico strumento comparativo che misura la tutela dei diritti di proprietà in 126 Paesi, valutando il contesto legale, politico ed economico di riferimento.
La presentazione ufficiale dell’edizione 2025 si è tenuta presso il Parlamento Europeo, su iniziativa della Vicepresidente Pina Picierno (Partito Democratico/S&D), con la partecipazione dell’europarlamentare Stefano Cavedagna (Fratelli d’Italia/ECR) e il coinvolgimento dei think tank New Direction, SME Connect, ECIPE ed EPIC.
Un balzo in avanti per l’Italia
Il progresso dell’Italia è evidente soprattutto nella tutela dei diritti di proprietà fisica, dove il Paese scala ben 46 posizioni, passando dal 61° al 15° posto mondiale. Positivi anche i risultati in termini di stabilità politica, con un miglioramento dal 40° al 34° posto.
L’unico segnale leggermente negativo riguarda la proprietà intellettuale, che registra un piccolo calo (-0,0022). Tuttavia, l’Italia si distingue nella protezione dei marchi, posizionandosi terza al mondo e seconda in Europa.
Le parole di PRA
«I diritti di proprietà restano uno dei pilastri fondamentali di una società libera e prospera», sottolinea Lorenzo Montanari, Direttore Esecutivo di PRA. «Con un punteggio di 6,952, l’Italia entra nella Top 25 mondiale, ben sopra la media globale dell’IPRI 2025. Questo risultato apre prospettive concrete per il governo e per gli investitori stranieri, confermando il nostro Paese come un hub naturale dell’innovazione e della crescita economica».
I migliori e i peggiori del mondo
In cima alla classifica globale IPRI 2025 si posizionano:
- Lussemburgo – 8,24
- Australia – 8,03
- Svizzera – 8,00
- Giappone – 7,90
- Danimarca – 7,70
Chiudono invece la graduatoria Yemen (1,6), Venezuela (2,0) e Haiti (2,1).
Un indicatore di riferimento mondiale
L’International Property Rights Index è pubblicato ogni anno dalla Property Rights Alliance e rappresenta un punto di riferimento per governi, istituzioni e imprese interessate a misurare lo stato dei diritti di proprietà nel mondo.
Nel 2025, l’indice è stato elaborato grazie alla collaborazione di 133 think tank di 72 Paesi, coprendo il 93% della popolazione mondiale e il 98% del PIL globale. L’obiettivo è evidenziare il legame tra tutela dei diritti, sviluppo economico e solidità delle istituzioni democratiche.
Il rapporto completo è consultabile sul sito ufficiale dell’International Property Rights Index.
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